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Immunofluorescenza indiretta (IFI)


L’immunofluorescenza indiretta (IFI) rappresenta la tecnica di riferimento per la diagnosi di laboratorio delle patologie autoimmuni ed è a tutt’oggi la più usata per le indagini di primo livello.
Il Laboratorio allega al referto un' immagine digitale dell'esame in oggetto per facilitare la diagnosi.
Il substrato adeso al vetrino è rappresentato da cellule epiteliali umane (HEp-2) o sezioni di tessuto, contenenti differenti determinanti antigenici che conferisce alta sensibilità e specificità. La scelta del substrato determinerà l’anticorpo da rivelare.


Principali auto-anticorpi ricercati in (IFI)

Così ad esempio, le cellule HEp-2 sono usate per rilevare anticorpi per antigeni nucleari (ANA), il triplo tessuto di ratto è usato sia per la conferma degli ANA sia per la ricerca di molti anticorpi citoplasmatici.

La diagnosi degli autoanticorpi anti granulociti neutrofili (ANCA) si basa prevalentemente sull’immunoflurescenza indiretta (IFA). Il gold standard per la determinazione di questi  è un mosaico BIOCHIP contenente granulociti umani fissati in etanolo e formaldeide ed insieme ad un BIOCHIP di HEp-2 e granulociti sedimentati diventa un test estremamente utile al fine di una diagnosi differenziale. Permette, infatti, la differenziazione di due tipi di ANCA: quello citoplasmico (cANCA), associato alla granulomatosi di Wegener e quasi sempre diretto contro la proteinasi 3 (PR3) e quello perinucleare (pANCA), che corrisponde ad un’ampia gamma di malattie che solitamente reagiscono bene alla terapia immunosopressiva.



Gli anticorpi anti-dsDNA sono l’obiettivo principale nella diagnosi sierologica di Lupus Eritematoso Sistemico (LES), eseguito mediante l’immunofluorescenza su substrato Crithidia luciliae (CLIFT).



Gli anticorpi anti-Saccharomyces Cerevisiae (ASCA) di classe IgA – IgG sono anticorpi diretti contro il Saccaromyces Cerevisiae: un marker per il morbo di Crohn (malattia infiammatoria intestinale che colpisce preferibilmente l’ileo terminale) anche se sono presenti solo nel 40-60% di tali pazienti. È da segnalare che gli anti-Saccharomyces Cerevisiae possono essere rilevati anche:
- Nel 50% dei pazienti affetti da celiachia, anche ad alto titolo
- Nel 20% circa dei familiari affetti dal morbo di Crohn
- In piccola percentuale nei pazienti affetti da spondilite anchilosante.

Malattia celiaca

La malattia celiaca è un’enteropatia immuno-mediata che si manifesta in soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’ingestione di glutine, componente alcool-solubile presente in alcuni cereali come frumento, orzo e segale. La malattia celiaca risulta quindi essere una malattia multifattoriale, caratterizzata sia da fattori genetici che fattori ambientali. La malattia celiaca si manifesta con presentazioni cliniche estremamente polimorfe e variabili, che vanno dai segni tipici di malassorbimento( diarrea, calo ponderale, distensione addominale) a sintomi gastrointestinali atipici come stipsi, meteorismo, vomito, stomatite aftosa a sintomi extraintestinali come anemia sideropenica da malassorbimento di ferro, crampi, aborti ricorrenti, osteoporosi, sino a cause del tutto silenti. Questi ultimi molto spesso non sono riconosciuti e possono esporre a rischio di complicanze.
Il gold standard per la diagnosi della celiachia è rappresentato dalla dimostrazione attraverso la biopsia duodenale, della presenza delle lesioni istologiche tipiche, che regrediscono dopo l’eliminazione del glutine dalla dieta. Test sierologici estremamente sensibili e specifici hanno segnato una svolta decisiva nella diagnosi della malattia celiaca, permettendo di selezionare con estrema accuratezza chi si sottopone a biopsia.
Nella diagnostica di laboratorio per la malattia celiaca i test maggiormente utilizzati sono quelli relativi alla ricerca degli autoanticorpi anti-transglutaminasi tissutale (a-tTG) e anti-endomisio (EMA), che hanno come bersaglio l’antigene t-TG, e degli anticorpi anti-gliadina (AGA), rivolti invece contro l’antigene gliadina.
La classe anticorpale IgA anti endomisio eseguita mediante immunofluorescenza indiretta ha un’alta rilevanza diagnostica con quasi il 100% di sensibilità e specificità. La diagnosi sierologica è ugualmente indicata per il monitoraggio della terapia oltre a confermare la  diagnosi.



Di recente introduzione, con ottime prospettive per il futuro della diagnostica sierologica della malattia celiaca per la loro elevata specificità, sono gli anticorpi diretti verso i peptidi deamidati di gliadina (DGP).




 
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